|                                                                                                                                                                                          Fobia
      sociale (?)
       
       
       Ho
      34anni e scrivo da xxxxxxxx. Quando parlo davanti a qualcuno, mi capita di
      sentire dentro di me, come un’altra figura che osserva attentamente
      l’andamento del mio discorso: se sbaglio qualcosa mi fa venire sensi di
      colpa, sfiducia e disprezzo per me stesso. Tra l'altro ho uno studio di
      grafica, insegno diversi software e al
      minimo errore davanti alla classe vado in ansia seppure mi rendo conto di
      essere piuttosto bravo nel campo e comunque di saperne molto più dei miei
      alunni.
      
       ·        
      Non so affrontare le critiche e le opinioni altrui senza irritarmi,
      per non parlare di quando vengo preso in giro. Succede raramente per
      fortuna, ma se vengo deriso crollo
      letteralmente e non riesco a controbattere, sto zitto e vado in
      "paranoia"anche se prima stavo benissimo. Mi
      piacerebbe stare allo scherzo  (anche perché di solito non
      sono di cattivo gusto) ma non ci riesco.
      E' come se mettessi in discussione l'intera mia esistenza e ci ripenso per
      diversi giorni. 
      
       ·        
      Quando sono in un luogo con qualche persona, in certi periodi mi
      capita di sentirmi come se tutti mi guardassero, con due grosse
      conseguenze: 
      
       
        
          Una forte
          tensione, che si scatena in panico se dovessi "spiccare" fra
          tutti per un qualche motivo (come soffiarmi il naso, iniziare a
          parlare con qualcuno e sapere che gli altri mi sentono, togliermi il
          giubbotto, camminare davanti ad un gruppo di persone o attendere il
          mio turno per farmi il caffè); 
          
          
          La tensione
          crea un "meccanismo di controllo" particolare: io non guardo
          niente, ma vedo soltanto (nel senso che tutta la mia attenzione è
          rivolta alla paura che gli altri mi osservino e analizzino) senza
          tenere minimamente conto del resto. A volte mi aspetto persino che
          smettano di parlare tra loro per osservarmi meglio! Spesso invece godo
          della compagnia degli altri e mi piace uscire e divertirmi anche se,
          quando esagero a farmi notare e magari sono un po' duro con qualcuno,
          una volta tornato a casa me ne pento, ci sto male e mi dico che non
          dovrei averlo fatto.
          
          
          Sono molto
          permaloso nel senso che ogni battuta o critica la vivo come una
          pesante offesa al mio orgoglio personale, come se la mia personalità
          fosse costruita su basi poco solide e insicure e che al primo colpo di
          vento tutte le mie difese crollassero. 
          
           La
      cosa strana è che sono un bel ragazzo, ho una compagna carina, ho fatto
      un lavoro di responsabilità con buoni risultati e guadagni (per circa 12
      anni) e che, quando quest' anno ho deciso di cambiar lavoro ed aprire uno
      studio di grafica (che non ha niente a che fare con il lavoro che facevo
      prima), ci sono riuscito con successo. I miei lavori nel campo sono
      apprezzati nonostante abbia cominciato da così poco. Ho viaggiato per il
      mondo parecchio e sono stimato per la mia facilità di apprendimento e
      stile di vita da molti miei amici e queste sono le cose che cerco di dirmi
      e razionalizzare quando mi sento così insicuro. 
      
      Fondamentalmente è come se passassi dei
      periodi in cui mi sento un leone (periodi nei quali riesco a fare tutte
      queste belle cose) finché nessuno mi "scherza" o critica. Dopo
      la critica abbasso le orecchie e metto in discussione tutto me stesso. 
      
      Se devo andare ad insegnare o se mi devo incontrare
      in compagnia e so che c'è qualche amico particolarmente giocoso, la mia
      ansia comincia e da quando fisso l’impegno dell’incontro il mio
      pensiero è rivolto alle immagini che mi creo (del possibile problema che
      avrò se sbaglio qualcosa nella lezione o del problema che quasi
      certamente avrò se vengo attaccato).
      
      Sono cosciente di essere insicuro e permaloso, continuo a dirmelo, ma né
      questo, né la stima che altri hanno di me, sono sufficienti a darmi la
      forza di affrontare serenamente la vita, senza essere preso dal panico in
      determinati momenti.
      
      Sarei pronto a rinunciare ai miei picchi euforici se potessi evitare i
      miei abissi di disperazione, ma forse il mio problema risiede proprio in
      questo eccessivo divario tra gioia e tristezza (volevo scrivere paranoia o
      ansia, che forse meglio descrivono il mio stato d'animo)
      
      . Ho pensato che il fatto di
      "mettermi alla prova" insegnando, in fondo mi avrebbe obbligato
      a confrontarmi spesso con questi miei problemi, ma gli alunni, che ora
      hanno preso più confidenza (sono uno che ne da parecchia) mi mettono in
      crisi con le loro battute (che mi rendo conto sono innocue, ma comunque mi
      fanno del male).
      
      Probabilmente dovrei essere "incriticabile"  (non nel senso
      di essere perfetto, ma nel senso che non mi si possa criticare) ma questo,
      a parte che è realmente impossibile, non mi starebbe bene. Beh....per il
      momento credo di aver inquadrato abbastanza il problema, seppure forse in
      modo un po' confuso.
      
      Vi faccio i migliori auguri per la vostra iniziativa e credo comunque, vi
      faccia piacere sapere, che è grazie al vostro sito che per la prima volta
      mi "confido" con un analista.
      
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